onflitto per l’Arabia Saudita è giunto ad un punto morto, i massacri compiuti non hanno portato a nulla. Ed ecco, il colpo, non tanto a sorpresa, della Monarchia-Tirannia saudita.

Riad prevede di annettere una serie di province ricche di risorse nello Yemen orientale, la cui consistenza equivale a metà del paese, secondo un rapporto del 7 maggio del quotidiano Crater Sky di Aden.

Il piano del regno del Golfo prevede l’annessione delle province di Hadhramaut, Shabwah, Al-Mahrah e Abyan. Secondo il rapporto, i funzionari sauditi hanno già tenuto incontri con esponenti locali pronti a vendersi quelle regioni.

La monarchia saudita ha informato esponenti regionali che il regno sta concedendo loro “il diritto all’autodeterminazione”, ma ha anche premesso che dovrebbero entrare a far parte dell’Arabia Saudita.

I funzionari hanno anche precisato che l’annessione di queste regioni, che il regno chiamava “il sud arabo dell’Arabia Saudita”, non può essere annullata.

Uno dei vantaggi che l’Arabia Saudita cerca di ottenere è l’accesso ai porti chiave che consentiranno un maggiore accesso all’Oceano Indiano, all’Africa e ad altre regioni attraverso la sua posizione strategica, si legge nell’articolo di Crater Sky.

L’Arabia Saudita e lo Yemen hanno concordato una tregua mediata dalle Nazioni Unite il 2 aprile dopo che l’Arabia Saudita ha subito una serie di imbarazzanti sconfitte militari a causa di una serie di attacchi di rappresaglia yemeniti contro i sensibili impianti petroliferi sauditi di Aramco.

Nonostante la parte yemenita abbia confermato la fine della tregua, l’Arabia Saudita ha commesso oltre 5.000 violazioni segnalate della tregua, tra cui bombardamenti del territorio yemenita, sequestro di navi combustibili e la continua chiusura dell’aeroporto internazionale di Sanaa.

Il deposto presidente yemenita Abdrabbuh Mansour Hadi, che aveva sempre ribadito di essere il legittimo presidente dello Yemen nonostante fosse stato rimosso dal potere da una rivolta popolare, aveva annunciato di aver ceduto il suo potere a un “consiglio presidenziale” non eletto nominato dall’Arabia Saudita.

Secondo un articolo del Wall Street Journal (WSJ), la leadership saudita ha costretto Hadi a dimettersi e riconoscere il consiglio non eletto, sulla scia di un incontro segreto che il leader yemenita ha tenuto con un alto funzionario statunitense.

Con questa annessione annunciata aumenteranno gli attacchi di rappresaglia da parte del movimento di resistenza di Ansarallah e delle forze armate yemenite dopo la scadenza della tregua.

Il leader di Ansarallah, Sayed Abdul Malik al-Houthi, aveva sostenuto l’11 aprile che l’Arabia Saudita non ha altra scelta che la sconfitta.

“I nemici cercano di indebolire e costringere la nazione ad arrendersi attraverso sanzioni, misure restrittive e arroganza. Cercano di indebolire il morale degli yemeniti e creare un senso di disperazione e sconfitta tra la gente”, aveva dichiarato Al-Houthi.

La guerra contro lo Yemen, così come il blocco navale, ha causato quella che l’ONU definisce “una delle peggiori crisi umanitarie del nostro tempo”.

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