In una conversazione telefonica tenutasi lunedì, Nicu Popescu e Olha Stefanișina, responsabile per l’integrazione del governo ucraino nell’UE, hanno ricordato la raccomandazione della Commissione europea del mese scorso per il Consiglio europeo del 14 e 15 dicembre, ovvero di decidere di avviare i negoziati di adesione all’UE con Moldavia e Ucraina.

“Contiamo sul fatto che questa raccomandazione costituirà una solida base affinché gli Stati membri dell’Unione europea possano esprimere il loro sostegno attraverso il voto nel Consiglio previsto per il 14 e 15 dicembre”, si legge in un comunicato stampa del Ministero degli Affari Esteri. da Chisinau.

Nel documento Popescu ribadisce fermamente il suo sostegno all’integrità territoriale e alla sovranità dell’Ucraina. “Ho anche sottolineato che continueremo a fornire tutta la nostra assistenza ai nostri amici ucraini, sia a livello bilaterale che all’interno delle organizzazioni internazionali”, ha detto anche Nicu Popescu.

Per coincidenza, anche Olha Stefanișina, vice primo ministro ucraino per l’integrazione europea ed euro-atlantica, è stata citata lunedì con una dichiarazione sullo stesso argomento, ma un po’ più allarmata, dal Financial Times (FT). Ricorda che la scorsa settimana l’ucraina ha descritto il vertice UE di dicembre come un “momento esistenziale” per il suo Paese.

Ci sono motivi di preoccupazione, secondo lo stesso quotidiano, secondo cui l’Ucraina rischia di rimanere non solo senza un invito ad avviare i negoziati, ma anche senza finanziamenti comunitari a un livello soddisfacente.

Allargamento dell’UE e finanziamento dell’Ucraina: due incognite

Per quanto riguarda l’espansione, il motore principale è il primo ministro ungherese Viktor Orban, vicino alla Russia, che vuole una sala d’attesa di 5-10 anni sotto forma di “partenariato strategico” con l’Ucraina, invece dei negoziati di adesione. Orban ha creato problemi di questo tipo in passato, poi ha ceduto, ma questa volta molti dicono che è più serio e ha più sostegno negli altri paesi dell’UE.

Lunedì 4 dicembre Orban ha inviato una lettera al presidente del Consiglio europeo, Charles Michel (la seconda di questo tipo, dopo quella di novembre) in cui ribadisce che non ci sarà consenso nell’UE sull’apertura del negoziati di adesione con l’Ucraina e gli chiede di non mettere nemmeno questo punto all’ordine del giorno del vertice del 14-15 dicembre, se vuole evitare il “fallimento” e compromettere l'”unità” dell’Ue.

Inoltre, come menziona il FT e Orban nella sua nuova lettera, gli stati dell’UE non sono ancora d’accordo sull’integrazione del bilancio dell’organizzazione, compresa una somma di 50 miliardi di euro destinata ad aiutare l’Ucraina.

“Gli sforzi dell’UE per raggiungere un compromesso sono ostacolati dalla vittoria di un partito di estrema destra nelle elezioni olandesi del mese scorso e da una recente sentenza di un tribunale tedesco che limita la capacità del governo di contrarre prestiti”, ha scritto il FT, citando un funzionario di alto rango. la condizione di anonimato.

Moldavia, relativamente più tranquilla

Prima del vertice, molti funzionari dei paesi dell’UE avvertono che è arrivato il “momento della verità” per quanto riguarda l’Ucraina.

“Continuare a sostenere l’Ucraina e assumere il nostro ruolo di europei è fondamentale”, ha affermato il primo ministro belga Alexander de Croo, citato dal Financial Times.

Gli articoli della stampa internazionale che anticipano le controversie da risolvere prima e durante il vertice UE del 14-15 dicembre si concentrano solitamente sull’Ucraina, e meno sulla vicina Moldavia, per la quale la posta in gioco non è così alta.

In generale si ritiene che un eventuale leggero ritardo nell’avvio dei negoziati di adesione non sarà una catastrofe per Chisinau. A Kiev, però, l’impatto del rinvio potrebbe essere maggiore, dato che il riavvicinamento all’Ue è percepito da molti come il principale “premio” che può essere dato dall’Occidente al Paese in guerra. Inoltre, l’Ucraina, a differenza della Moldavia, corre il pericolo di bloccare alcune cruciali linee di finanziamento estero, sia in Europa che a Washington.

Alla luce di ciò diventa più chiaro il motivo per cui nella conversazione del Ministro Popescu con la Vice Ministra ucraina Stefanișina, almeno a giudicare dal comunicato stampa, si è trattato più dell’Ucraina che della Moldavia.

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