Siamo in Giappone corre l’anno 1995, Hayashi Ikuo sale sul vagone in testa al convoglio della linea Chiyoda in partenza alle 7:48, in prossimità della sua fermata perfora con la punta dell’ombrello una sacca contente del liquido, e scende. Undici minuti dopo (7:59) alla stazione di Yotsubashi un giovane, Hirose Kenichi, sale sul treno A777 della linea Marunochi e compie il medesimo folle gesto; altrettanto succede sulla altre due carrozze della stessa linea. Sulla linea Hibiya in partenza dalle stazioni di Naka Meguro e Kitasenju, si diffonde oscuro e silenzioso il veleno letale…..

Siamo in Giappone, la terra del cammino dei Samurai in cui onore, dedizione e perseveranza sono parte integrante del corredo genetico.Corre l’anno 1995, la popolazione con fatica si rialza dopo l’immane disastro dell’ “Hanshin Daishinsai”: il terribile terremoto che il 17 Gennaio ha colpito la regione del Kansai, più precisamente nella zona della prefettura di Hyogo, con capitale Kobe, causando oltre seimila vittime, decine di feriti e danni strutturali inestimabili.L’inesauribile tenacia che contraddistingue i Giapponesi trascina il paese verso un’ardua, ma costante risalita. Il tempo delle lacrime ha reso fertile il terreno della rinascita, la vita lentamente si prepara a rifiorire insieme alla primavera.E’ giunta la settimana dell’ “Higan”, l’equinozio di Primavera, le giornate trovano il proprio equilibrio fra buio e luce, il sole risplende confortando gli animi esausti.Il 20 Marzo è un lunedì particolare, di festa, ma molti giapponesi decidono comunque di recarsi al lavoro: le strade sono gremite, la folla si snoda fra gli incroci, sui marciapiedi fra gli alti palazzi, dipanandosi ordinata giù per i gradini che portano alla metropolitana, fino a essere ingoiata dai vagoni metallici della stazione.

Raramente si ha la fortuna di poter viaggiare seduti, in quanto i vagoni si riempiono oltre misura, quindi non è inusuale che alcuni individui sostino in piedi in prossimità delle porte.Hayashi Ikuo è uno di questi: sale sul vagone in testa al convoglio della linea Chiyoda in partenza alle 7:48, in prossimità della sua fermata perfora con la punta dell’ombrello una sacca contente del liquido, e scende.Undici minuti dopo (7:59) alla stazione di Yotsubashi un giovane, Hirose Kenichi, sale sul treno A777 della linea Marunochi e compie il medesimo folle gesto; altrettanto succede sulla altre due carrozze della stessa linea.Sulla linea Hibiya in partenza dalle stazioni di Naka Meguro e Kitasenju, si diffonde oscuro e silenzioso il veleno letale per mano dei giovani Toyoda Toru e Hayashi Yasuo.I fatti che seguono hanno quasi dell’inverosimile agli occhi degli ignari protagonisti e dei soccorritori che giungeranno sul posto, trovandosi entrambi stritolati in un letale ingranaggio dalla diabolica perfezione.Ogni treno lascia la stazione con la precisa puntualità che contraddistingue il Giappone: i viaggiatori che son riusciti a occupare qualche posto a sedere sonnecchiano tranquilli, i meno fortunati rimasti in piedi si sorreggono alle tenute predisposte, scorrendo mentalmente il programma per la giornata.Improvvisamente alcuni passeggeri lamentano un forte bruciore agli occhi, l’aria si fa irrespirabile, soffocante, altri vengono colti da tosse convulsa talmente violenta da impedirne la respirazione, molti si accasciano al suolo privi di sensi.La gente urla, chiede aiuto, quelle scatole di metallo compresse diventano ancora più anguste, claustrofobiche.Si tenta disperatamente di provocare l’arresto del treno in modo da consentire l’uscita dei passeggeri che smaniano nel tentativo di conquistare l’aria aperta.Il panico si diffonde.Partono i primi allarmi, ma i treni devono comunque raggiungere la stazione più vicina.Il tempo scorre, i minuti sono stilettate negli occhi, nel cervello, i secondi scorrono circolarmente come cappi che lentamente si stringono attorno alla gola, le forze svaniscono insieme all’ossigeno che si cristallizza nei polmoni.I primi convogli si arrestano alla stazione, le porte si spalancano rigurgitando abulici esseri dai movimenti impastati, quasi meccanici; non ci sono corse, spintonamenti, sembra di assistere ad un film in time-laps.Un uomo di mezza età si accascia al suolo appena varcata la soglia, qualcuno cerca di aiutarlo ignaro del pericolo a cui si espone. Una donna si contorce su se stessa espellendo schiuma dalla bocca, la maggior parte vaga disorientata a causa della cecità causata dalle esalazioni.

Gli operatori della ferrovia intervengono immediatamente prestando i primi soccorsi; c’è chi pensa a una bomba, chi a un incendio, nessuno ha la reale percezione del disastro in atto.La situazione precipita fino a svelare la reale portata del disastro: nei giorni successivi alla tragedia si conteranno 13 vittime e oltre 6200 feriti, un gran numero di questi ultimi subirà danni fisici irreversibili di media e grave entità.Negli ospedali si diffonde il caos in quanto non si conosce il tipo di urgenza a cui far fronte – questo buio operativo sarà fatale per molti operatori ferroviari, per i cittadini che presteranno i primi soccorsi, e per i paramedici i quali non saranno in grado di prendere le dovute precauzioni per proteggersi dalla sostanza-.I primi pazienti arrivano con diagnosi da avvelenamento: si ipotizza da cianuro.Vengono trattati con il kit anticianuro e stabilizzati, ma dopo le prime analisi il referto è sconvolgente: avvelenamento da Sarin.Il Sarin è un gas nervino ottenuto per la prima volta nel 1938 da scienziati tedeschi, agisce sugli enzimi della Colinesterasi, presenti nei globuli rossi e nelle cellule, deputati al corretto funzionamento del sistema nervoso.I danni causati dall’avvelenamento da Sarin sono devastanti: lesioni polmonari, alla milza, compromissione permanente delle terminazione nervose, dell’encefalo, del fegato, del sistema muscolare, del pancreas, cuore e apparato visivo.Immediatamente l’attenzione delle forze dell’ordine si rivolge verso il movimento religioso dell’ Aum Shinrikyo – il quale era stato precedentemente coinvolto in un episodio simile, anche se di portata minore- il cui leader,  nelle ore successive al fatto, si affretta a tenere una conferenza stampa in cui nega qualsiasi coinvolgimento, pur non essendo stata mossa a loro carico nessuna accusa ufficiale.Nei giorni successivi le comunità Aum vengono setacciate centimetro per centimetro. Vengono rinvenuti depositi importanti del gas incriminato, prodotto e conservato allo stato liquido, e così utilizzato nelle buste perforate dagli ombrelli sui vagoni delle linee ferroviarie. Viene incriminato il leader nonché fondatore Shoko Asahara e i suoi adepti prescelti.Comincia una serie di interrogatori a catena, da cui emerge tutto l’orrore e la follia del piano ideato e messo in opera da Asahara, e la natura effimera e violenta del movimento reigioso da lui fondato.

Facciamo un passo indietro, chi era Shoko Asahara?Matsumoto Chizuo, noto appunto come Shoko Asahara, era un giovane di umili origini, nato nel 1955 presso la prefettura di Kumamoto.Alla nascita presenta una grave patologia oculare che rasenta la cecità, viene così iscritto in un collegio statale per non vedenti, in cui prosegue gli studi fino al diploma.Già in quest’epoca manifesta i tratti salienti di un carattere controverso che si acuirà nel tempo fino ad estremizzarsi totalmente. Viene descritto come un bambino prepotente, subdolo, teso continuamente al dominio sui compagni – peraltro affetti da cecità totale, quindi già in posizione di svantaggio rispetto a lui- perennemente avvezzo alla prevaricazione, con scarso rispetto per l’auorità e le norme sociali.Dopo il diploma segue una scuola preparatoria per tentare l’ingresso all’università di Tokyo, da cui successivamente viene rifiutato. Sfuma così il suo sogno di diventare primo ministro, e cresce la rabbia nei confronti di un sistema societario che non lo capisce e lo rifiuta.Frequenta diverse scuole di Yoga, studia tecniche di massaggio e nel 1981 diventa adepto di un moviemento buddista.Durante la metà degli anni ’80 apre la propria scuola di yoga nel quartiere Shibuya a Tokyo, costituendo l’azienda Aum; intorno al 1989 l’azienda si trasforma nel movimento religioso Aum Shinrikyo, ottenendo successivamente l’approvazione della Prefettura di Tokyo.L’anno seguente è di fondamentale importanza nel delineare il clima e l’ambiente utili al germogliare del seme della follia e della violenza.Nel 1990 Shoko Asahara si presenta alle elezioni generali giapponesi con il “Partito della Verità”convinto di poter instillare il suo credo nella popolazione e diffonderlo in maniera più efficiente tramite la cassa di risonanza politica.La disfatta è totale. L’Aum Shinrikyo manca il bersaglio e sfiora il ridicolo a causa dell’imbarazzante teatrino mediatico messo in atto da Asahara e dai suoi adepti nell’elemosinare consensi.

La frattura fra lui e la società si fa abissale, insanabile. Non solo mette in imbarazzo il suo credo, ma vede sfumare per sempre la possibilità di diventare primo ministro; il rifiuto della gente è chiaro e certificato ora, questo comincia a far gestare nella sua mente il disegno di una vendetta divina.I suoi insegnamenti assumono uno spirito differente, non sono più volti all’accoglienza e alla maturazione dello spirito, ma a una violenza salvifica atta al trasferimento dello spirito a un livello superiore tramite la morte – o più precisamente l’omicidio -. Prende forma il “Poa”, di provenienza Indiana, un concetto del Buddismo Vajrayana.E’ interessante fare una breve riflessione anche riguargo il significato del nome del movimento in relazione alla data prescelta per l’attentato .Aum Shinrikyo è composto da due termini: “Aum” – simbolo sacro dell’induismo – viene considerato lo stato primordiale dell’universo, la vibrazione da cui scaturisce il tutto; “Shinrikyo” significa l’insegnamento della sacra verità.Sembrerebbe quasi un passaggio dallo stato primordiale dell’ignoranza a quello del risveglio nella verità, tramite gli insegnamenti del maestro.Tutto ciò suona quasi come un oscuro presagio analizzando il significato della data prescelta per l’attentato: la settimana dell’Higan, l’equinozio di primavera, considerato come “ l’insegnamento che guida dal mondo dell’illusione al mondo del risveglio – conosciuto anche come “la soglia del passaggio all’altra sponda”-.Nel percorso di Asahara niente avviene per caso, pervaso da lucida follia egli sale con passo grave i gradini che lo separano dalla realizzazione del suo disegno superiore, punendo una società incosciente per elevarne i pochi superstiti all’illuminazione.Il movimento Aum diventa così strumento di rivalsa nelle sue mani: è una comunità eterogenea che richiama giovani e meno giovani di alta grado d’ istruzione, con una posizione sociale medio-alta, i quali nonostante questo, sono pervasi da un senso di inadeguatezza che impedisce loro di vivere serenamente.

Vengono accolti nelle comunità disseminate per tutto il Giappone, alla cui soglia rinunciano al propri o ego – rinunciando al proprio nome -, alla propria dote – versandola volontariamente nelle casse dell’Aum – e alla loro famiglia – con la quale non avranno più contatti- .La “nuova vita” è scandita da ritmi di preghiera, a ognuno viene affidato un compito da svolgere; Asahara stabilisce ogni regola vigente, come anche le varie prove di iniziazione per passare al livello successivo del percorso spirituale durante le quali viene richiesto agli adepti, oltre che subire violenze inaudite, di versare un’ ingente somma di denaro per poter accedere alle prove.Questo crea aspri conflitti con le famiglie dei membri, le quali agitano l’opinione pubblica nel vano tentativo di riavere indietro i loro cari, convocando anche un avvocato il quale, suscitando l’ira di Asahara, è vittima di una spedizione punitiva in cui paga con la vita sua e della propria famiglia.I tre scompaiono in circostanze misteriose.L’ira di Asahara si abbatte anche su coloro che tentano la fuga e sui loro familiari – come nel caso di Kariya Kiyoshi, fratello di un membro fuggito dalla comune, al quale era stata iniettata una dose eccessiva di siero della verità nel tentativo di estorcergli informazioni, cagionandone la morte -.Il cammino verso il risveglio spirituale è costellato di violenza e sottomissione: gli adepti sono spesso sottoposti a privazione del sonno, del cibo, isolamento in anguste celle, vengono disorientati tramite somministrazione di sostanze psicotrope che ne fiaccano la lucidità e volontà di fuga, nonostante ciò sono costretti a portare a termine le mansioni operative a loro assegnate.Grazie alle generose “donazioni” effettuate dai membri al loro ingresso nel movimento, Asahara acquista per conto di Aum diversi appezzamenti di terreno su cui fa costruire dai membri stessi nuove strutture, laboratori e impianti chimici.Proprio a causa di questi ultimi la situazione precipita in quanto la popolazione dei villaggi di Namino e Kamino si ribella per le continue perdite di prodotto (gas) , intentando una causa contro il movimento, che terminerà col pagamento da parte dei cittadini di una somma di 920 milioni di yen per costringere Asahara ad abbandonare quei territori.La comunità e gli stabilimenti vengono così trasferiti presso la città di Matsumoto, dove viene avviata la produzione del Sarin.Il 27 Giugno del 1994, neanche un anno prima dell’attentato, nella città si verifica un’ingente perdita del gas incriminato che causa l’avvelenamento di oltre cento persone, di cui sette perdono la vita e centoquaranta restano gravemente intossicate.Viene alla luce una macabre scoperta: un’auto in grado di espandere il Sarin utilizzata per il tentato avvelenamento dei giudici assegnati alla valutazione delle strutture del movimento Aum, il cui processo fu rimandato senza fornire spiegazioni precise.Inspiegabilmente sia le indagini della polizia che il corso della giustizia vanno a rilento nonostante tutti siano a conoscenza della politica violenta del movimento Aum e delle attività illecite in atto all’interno delle strutture.L’ineluttabile destino è già in moto come una sfera sul piano inclinato, la tragedia del 20 Marzo è ormai inevitabile. Rimarrà nella storia del Giappone come una ferita aperta che tutt’ora sanguina dolorosamente.

Stefania Pocozen

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